martedì 10 aprile 2007

L'artista che dipingeva i muri



Tratto dal "corriere della sera" on line del 10 aprile 2007

Negli Sessanta suscitò scalpore decidendo di dedicarsi alle pitture murali
Morto LeWitt, l'artista che dipingeva i muri
Si è spento a 78 anni a New York. Per diversi anni aveva vissuto a Spoleto. Concettuale e minimalista, lasciava parlare solo le opere


YORK (Stati Uniti) - Sol LeWitt, artista concettuale e minimalista le cui sculture e i dipinti geometrici e allegramente colorati avevano incastonato nel Pantheon dell'arte contemporanea americana, è morto a New York a 78 anni.

PITTURA MURALE - LeWitt aveva vissuto negli anni Ottanta a Spoleto prima di tornare ad Hartford, la città del Connecticut dove era nato nel 1928. Schivo e poco amante delle interviste e del finire sotto i riflettori, preferiva che a parlare per lui fossero le sue opere. Particolare scalpore suscitò, a metà degli Anni Sessanta, la decisione di dedicarsi alle pitture murali, una forma d'arte per definizione transitoria perché‚ tutte le superfici prima o poi sono destinate ad essere riverniciate: ma LeWitt riteneva che l'idea dell'artista fosse più importante dell'opera prodotta.

FORME E COLORI - Aveva ridotto l'arte a poche forme fondamentali (quadrilateri, sfere, triangoli) e colori (rosso, giallo, blu, nero). Coi suoi metodi di lavoro, che impiegavano schiere di collaboratori, aveva permesso ad altri di partecipare nel processo creativo, di diventare artisti loro stessi.
10 aprile 2007



mercoledì 4 aprile 2007

Gas serra, quelle 51 piccole cose da fare

ROMA - L´aumento dei gas serra, responsabili dell´incremento della temperatura terrestre, è ormai un dato di fatto. Ma detto ciò, c´è almeno una domanda a cui si vorrebbe dare una concreta risposta per rallentare il fenomeno: davvero le scelte che possono essere fatte dalle singole persone possono contribuire a non riscaldare la Terra? In altre parole: che cosa può fare concretamente un singolo individuo? La risposta è senza dubbio affermativa, come dimostrano alcune iniziative prese in diversi Paesi, tra le quali una davvero curiosa messa in atto in Giappone durante il 2005, l´anno dell´estate caldissima: molte aziende permisero ai propri dipendenti di recarsi in ufficio vestiti come desideravano, lasciando a casa giacca e cravatta. Ebbene ciò permise di risparmiare 79.000 tonnellate di anidride carbonica grazie a un uso più parsimonioso dei condizionatori. Un´altra interessante risposta arriva da un´indagine realizzata dalla rivista americana Time in collaborazione con la Cnn: si tratta di una lista delle (cinquantuno) cose che possono essere realizzate da ogni singola persona con risultati che realmente contribuiscono a ridurre l´effetto serra. Alcune proposte sembrano banali, ma la loro messa in opera ha ricadute importanti. Tra queste la sostituzione delle lampadine tradizionali con quelle a risparmio energetico, oppure il tentativo di utilizzare quanto più è possibile i mezzi pubblici. Ma anche, per esempio, l´utilizzo dell´acqua tiepida per lavare gli indumenti in lavatrice e lasciarli poi asciugare all´aria: una t-shirt di cotone lavata in acqua calda e poi asciugata "artificialmente" può immettere nell´atmosfera anche 2 chili di anidride carbonica nell´arco della sua vita. Nella lista ci sono poi altre iniziative più curiose, ma altrettanto efficaci. Chi ha un giardino, per esempio, trovi lo spazio per piantare canne di bambù: è una pianta che cresce molto velocemente e assorbe anidride carbonica in quantità quasi doppie rispetto a molte altre piante ornamentali. Oppure, cominciate a riciclare alcuni vestiti, soprattutto quelli in "pile": una società di indumenti da montagna ha scoperto che riciclando le fibre di felpe e giacche fa risparmiare il 76% di energia e riduce del 71% le emissioni di gas serra. Ci sono poi iniziative che possono capitare una volta nella vita, ma se fatte in modo oculato possono essere estremamente importanti per l´atmosfera. E´ il caso, ad esempio, di chi si costruisce un´abitazione. Sono ormai molti gli esempio di "case passive", che pur costando dal 5 all´8% in più rispetto ad una casa normale fanno risparmiare fino al 90% di energia. La "casa passiva" nasce da un´iniziativa di un´industria germano-svedese che sfrutta i più diversi sistemi per catturare energia all´interno della casa: dal calore prodotto dai fornelli a quello emesso dal corpo umano. Tra i 51 modi per risparmiare energia vi è anche l´invito a spegnere i computer quando non sono usati, a diminuire l´uso della carne (il cui trasporto produce un´enorme quantità di gas serra) e a diffondere l´abitudine ad utilizzare vestiti di seconda mano. A queste scelte, che interessano la singola persona, ovviamente si devono aggiungono quelle prese a più alto livello, che richiedono scelte politiche: ad esempio quella di stivare nelle rocce profonde l´anidride carbonica prodotta dalle centrali elettriche o utilizzare combustibili di origine organica per il trasporto. Ma perché aspettare?

(Articolo di Luigi Bignami tratto da La Repubblica il 31-03-2007)

domenica 1 aprile 2007

Anche i robot hanno un'anima?

Articolo tratto dal "Corriere della Sera" on - line del 1 aprile 2007

Le linee guida ripercorrerrano le tre leggi della robotica di Asimov

Nasce la «Carta dei diritti» dei robot
Sarà presentata a fine 2007: nasce con lo scopo di evitare che l'uomo sfrutti le macchine e non le usi responsabilmente


MILANO
- Nel XXI secolo la nostra vita sarà sempre più condizionata dalla tecnologia e dai robot e proprio per questo un movimento per i diritti dei robot si sta velocemente sviluppando: alla fine del 2007 sarà presentata la prima "Carta etica dei robot", una sorta di "Carta dei diritti" che stabilisce i rapporti etici tra l'uomo e i robot. Quest'ultimi, infatti, saranno dotati di emozioni e sensazioni come gli umani e a molti scienziati sembra giusto garantire ai robot i propri diritti ed evitare che siano sottomessi e infelici .

CARTA - Questa nuova carta dei diritti nasce con lo scopo di evitare che l'uomo sfrutti le macchine umanoidi e non le usi responsabilmente. La linea guida di questa "legge fondamentale scientifica" dovrebbero riprendere le tre leggi di robotica promosse da Isaac Asimov, autore di fiction scientifiche: esse affermano che i robot non devono danneggiare la gente, essi devono obbedire agli ordini e devono proteggere la propria esistenza a meno che sia in pericolo l'esistenza umana.

LEGGI
- "Se i robot hanno delle proprie leggi che ne garantiscono l'esistenza, noi non abuseremo di essi" afferma il professor Jong-Hwan Kim, uno dei più grandi esperti mondiali di robot. "Dobbiamo trattarli come oggi trattiamo i nostri animali".La prossima settimana si terrà a Roma una conferenza dedicata ai robot, nella quale si discuterà sui rapporti etici che bisogna stabilire tra uomini e robot. Tra gli argomenti che saranno trattati nella conferenza di Roma ci saranno anche le relazioni sessuali tra macchine e umani. Il dottor David Levy, autore di uno studio sulla "prostituzione robotica" che sarà presentata alla conferenza afferma che il "sexbot", il sesso con macchine robotiche, diverrà qualcosa di molto comune nei prossimi 40 anni: "Penso che i robot svilupperanno talmente le proprie emozioni che saranno capaci di far innamorare gli esseri umani" dichiara lo studioso.

TIMORI
- Ma i timori più grandi che hanno spinto gli studiosi a creare una carta dei diritti per i robot sono causati dalla paura che essi possano finire in mani sbagliate e diventare delle macchine omicida. Il dottor Chris Langley del gruppo "Scientists for Global Responsibility" dice: Esiste un vero timore tra gli esperti per l'uso quotidiano dei robot che si fa già adesso in guerra. Speriamo che la stesura di una carta dei diritti dei robot possa scongiurare eventi disastrosi".

Francesco Tortora
01 aprile 2007

Poco dopo questa notizia, lo stesso "Corriere della Sera" nell'articolo "Il pesce d'aprile è inglese" scrive:

DIRITTI DEI ROBOT - L'Independent on Sunday, per non essere da meno, ha piazzato a pagina 3 un articolo in cui spiega come, nella prossima conferenza di Roma, sarà stilata una carta internazionale dei diritti dei robot, sulla falsa riga di quella dei diritti umani, «per evitare che gli umani li sfruttino». Il giocoso Mail on Sunday ha invece avvertito che ci sarà una «tassa ambientale» di 5 sterline (circa 7.5 euro) per ogni famiglia che voglia concedersi un barbecue in giardino quest'estate. A scriverlo, un'altra «giornalista» chiamata April…

Insomma, un bel pesce d'aprile, di cui lo stesso "Corriere della Sera" è stato vittima! Buon pesce d'aprile a tutti voi!!!

giovedì 29 marzo 2007

Anche i metalli...ricordano

Articolo tratto da "La Repubblica" on - line del 29 marzo 2007


Ha una struttura ottenuta con un mix di grani di aggregazione
grandi e piccoli che tornano al loro posto dopo una deformazione

Elaborato il metallo con la 'memoria'
Riprende la sua forma originale col calore

Tra le possibili applicazioni anche circuiti a risparmio energetico
Il nuovo materiale messo a punto dall'univerità dell'Illinois


NEW YORK - Potrebbe avverarsi un potenziale incubo per i carrozzieri: un metallo che tende da solo a riprendere la sua forma originale, facilitato dal calore. Un gruppo di ricercatori dell'università dell'Illinois - riporta la rivista 'Science' - ha elaborato un nuovo metallo che tende a rimettersi a posto da solo, proprio come se avesse una sua 'memoria'. E così paraurti accartocciati o fogli di alluminio piegati che tornano lisci come nuovi, magari con il semplice phon di casa, sono le prime applicazioni che saltano alla mente. Ma gli scienziati parlano anche di altre opportunità: ad esempio per la creazione di nuovi circuiti elettronici concomponenti ad alta efficienza energetica.

L'innovativo materiale è stato realizzato sfruttando la microstruttura dei metalli, cioè la disposizione di aggregati microscopici (i cosiddetti 'grani') all'interno di lastre molto sottili; se i grani sono troppo grossi il metallo si deforma irreversibilmente, mentre se sono troppo piccoli tende a rompersi. Il nuovo metallo è caratterizzato da un mix di grani grandi e piccoli con cui i ricercatori hanno realizzato alcune lastre che, una volta piegate e portate alla temperatura di 50 gradi, tornavano della forma originale. La deformazione delle lastre di metallo prodotte dal laboratorio americano provoca, a livello microscopico, due effetti: i grani più grossi si piegano, premendo su quelli più piccoli che accumulano energia come delle piccole molle. Quando lo sforzo finisce, le molle tendono a tornare alla loro posizione originaria, e il processo è 'aiutato' dal calore.

Ma non si tratta della proprietà ottenuta con un metallo specifico. Secondo gli autori dello studio, infatti, il tipo di metallo non ha importanza, quello che conta sono le dimensioni degli aggregati e la loro distribuzione. In passato erano già state elaborate leghe con caratteristiche simili: "Sono già in uso leghe di metalli diversi, come il nichel-titanio, per ottenere questo effetto - spiega Bruno De Benedetti, ordinario di metallurgia del Politecnico di Torino - in questo caso però si tratta di un solo metallo. La novità è interessante, anche se ci potrebbe essere il problema di come passare dalla scala di laboratorio ad una più grande". "E' proprio come se il metallo ricordi da dove viene, cioè conservi una sorta di 'memoria' della sua struttura originaria", ha dichiarato il professor Taher Saif, coordinatore della ricerca.

Ora tutti i pensieri sono rivolti ai pissibili utilizzi. I materiali che 'ricordano' la loro forma hanno già diversi campi di applicazione. Nei satelliti, ad esempio, il calore del Sole fa allungare alcune molle fatte di leghe con questa caratteristica che si allungano, aprendo i pannelli solari. In odontoiatria, invece, queste leghe sono usate per ridurre la separazione fra due denti, attraverso una piccola molla di nickel titanio, precedentemente stirata, che recupera la sua forma iniziale con il calore della bocca.

Il fatto che questi metalli siano però formati da un solo metallo apre nuove possibilità: oltre a quelle 'automobilistiche', i ricercatori propongono applicazioni più specializzate: "Il controllo delle strutture microcristalline in strati sottili permette di ridurre la perdita di energia in oscillatori e risuonatori - spiega il professor Saif - due elementi dei circuiti elettronici utilizzati in una serie di prodotti che va dai sensori degli air bag alle videocamere".

Free Hugs: Abbracci Gratis

Free Hugs Campaign: è l'ultima grande campagna che sta invadendo ormai tutte le città del mondo, ma è prima di tutto la storia di Juan Mann, nome che ha iniziato ad essere sulla bocca di tutti dopo che il suo video (è possibile vederlo nel suo sito) ha iniziato a fare il giro della rete.


Cosa c'è di speciale in un'iniziativa del genere? Inanzitutto la semplicità di un gesto sempre più dimenticato in un mondo in cui gli affetti vengono continuamente messi in secondo piano; poi la felicità e la gioia di vivere che porta un simile gesto nella vita delle persone.



La storia di Juan Mann (traduzione dal suo sito personale):

Vivevo a Londra quando improvvisamente mi è crollato il mondo addosso e sono dovuto tornare a casa. Stabilito di ritornare a Sydney, tutto quello che mi lasciai alle spalle fu una borsa piena di vestiti e un mondo di guai. Nessuno mi ha dato il benvenuto e non avevo un posto che potevo chiamare casa. Ero come un turista, ma nella mia città natale.

Stando là all'aereoporto, guardando gli altri viaggiatori incontrare i loro amici e la loro gamiglia, con le braccia aperte e le facce sorridenti, abbracciandosi e ridendo assieme, volevo anche io qualcuno che mi aspettasse fuori di lì. Che fosse felice vedendomi. Che mi sorridesse. Che mi abbracciasse.

Così presi un cartello in un supermercato e ci scrissi sopra. Trovai l'incrocio più trafficato della città, tenendo quel cartello in aria, con la scritta "Abbracci Gratis" su entrambi i lati.

Per 15 minuti, la gente mi passò a lato. La prima persona che si fermò, mi battè sulla spalla e mi disse che il suo cane era morto quella mattina. Era anche il primo anniversario della morte dell'unica sua figlia, morta in un incidente automobilistico. Tutto ciò di cui aveva bisogno, poichè si sentiva la persona più sola al mondo, era un abbraccio. Mi piegai sulle ginocchia, ci stringemmo con le braccia l'un l'altra, e quando ci separammo, stava sorridendo.

Tutti hanno dei problemi e sicuramente non sono comparabili ai miei. Ma vedere qualcuno abbattuto, sorridere solo per un momento, è sempre una cosa meravigliosa.


Se vuoi anche tu diventare un "FreeHugger" devi sapere che è nato un movimento anche qui in Italia, in molte città; per maggiori informazioni ti consiglio di visitare il sito ufficiale italiano.